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mercoledì 5 agosto 2015

Un filo verso le linee aeree


Dal deposito per gli bus al DEPO per la cultura 
"Il vecchio deposito per i bus era insufficiente e così poteva nascere il nuovo DEPO." Sembra un'affermazione senza senso, un gioco di parole incomprensibile, ma è un fatto. Riferito da un top manager che se ne intende: infatti Marek Herbst è generální ředitel – direttore generale – dello Škoda City Service di Pilsen/Plzeň. Sa tutto sui servizi di trasporto pubblico, su tram e filobus, binari e linee areee e racconta con entusiasmo contagioso del nuovo deposito dei bus di città e della sua storia.
Marek Herbst, direttore generale dello Škoda City Service, davanti al nuovo deposito per gli autobus a Pilsen/Plzeň

Se mi sono dimenticata di scrivere di Pilsen/Plzeň capitale europea della cultura 2015? No, assolutamente no. Perché senza il nuovo polo tecnologicamente all'avanguardia del deposito per gli bus non potrebbe esistere il DEPO2015, un'officina della cultura e dell'arte che in pochissimno tempo si è evoluta in un luogo d'incontro per artisti e una nuova tappa s'obbligo durante le visite turistiche al capoluogo della Boemia occidentale.
Non ancora rinnovato: un'immagine del nuovo DEPO2015 per la cultura
Fino al 2014 tutti gli autobus circolanti a Pilsen/Plzeň furono parcheggiati, mantenuti, controllati e riparati nel deposito sulla rive della Radbuza. Ma gli spazi erano diventati insufficienti, le rimesse troppo vecchie e non più rispondenti alle odierne norme di sicurezza. Dunque bisogna traslocare. Su un'area di oltre 114.000 metri quadri ricavata negli stabilimenti della Škoda. Si demoliscono vecchi capannoni per costruirne dei nuovi. Con tecnologie avanzate. Il trasloco vero e proprio dal vecchio al nuovo deposito avviene in poche ore, non ci devono essere interruzioni nei trasporti pubblici della città. Tutto si compie in un lasso brevissimo di tempo, come tante cose qui a Pilsen/Plzeň vengono progettate e organizzate in poco tempo.

Un moderno filobus esce dal capannone del nuovo deposito.
Un autobus d'epoca nella rimessa
Anche il DEPO2015 nasce in pochissimo tempo. Ma non dal nulla. Infatti vi sono ancora i capannoni e le aree esterne. Che però devono essere adattati alle esigenze di una nuova fabbrica della cultura. Sempre in pochissimo tempo. L'anno 2015, in cui la città sarà capitale europea della cultura, è alle porte quando i lavori di ristrutturazione iniziano nel settembre del 2014. E nella primavera del 2015 il DEPO è pronto per essere inaugurato.


Riconvertito: da deposito per gli autobus a DEPO per la cultura
Le strutture del DEPO rivelano ancora l'uso passato come deposito per bus.

"reSTART" è l'eloquente titolo della mostra di Čestmír Suška che presenta le sue gigantesche costruzioni in metallo fino alle fine del 2015 all'esterno e all'interno del DEPO.

Il nuovo deposito per gli autobus con i suoi impianti avveniristici è oggi l'orgoglio del servizio cittadino di trasporto pubblico ("Il deposito è concepito per i prossimi 30 anni", commenta il direttore Marek Herbst) – come il DEPO2015 è l'orgoglio della capitale europea della cultura: mostre d'arte, convegni, presentazioni di libri, spettacoli di danza e workshops attirano soprattutto un pubblico giovane, rimasto giovane e intelligente.

Ma ritorniamo ancora al servizio di trasporto pubblico. Oltre ai 230 autobus circolano in città anche circa 120 tram, questi tram perlopiù gialli che sostengono quasi la metà del trasporto di persone e che sono un elemento caratteristico di strade e piazze cittadine. Così siamo arrivati ad un'altra bella storia.

Uno dei 120 tram che circolano nel centro di Pilsen/Plzeň

František Křižík, un tecnico, inventore e imprenditore industriale ceco, era nato nel 1847 a Plánice, cittadina non lontana da Pilsen/Plzeň. Nel 1880 giunse nel capoluogo della Boemia occidentale per testare qui una lampada elettrica ad arco inventata da lui (nota come lampada di Křižík). Fu impiegata per l'illuminazione del palcoscenico del Grande Teatro e dei capannoni della cartiera Piette, oggi abbandonata (ma con il nome di Papírna Plzsarà anch'essa trasformata in una fabbrica di cultura).

Quando verso la fine dell'Ottocento, in seguito alla crescente industrializzazione, anche la popolazione di Pilsen/Plzeň aumentò in modo significativo la città doveva trovare più efficaci sistemi di trasporto per le persone. In altre città circolavano già dei tram – perché non pensare di impiegarli anche a Pilsen/Plzeň? L'uomo più adatto per trovare una soluzione per questo problema era certamente František Křižík che, chiamato in città, progettò i primi tram. E il giorno 29 giugno del 1899 poté venir inaugurato il primo servizio di linea con tram, con 20 motrici che servivano tre linea. Per la città una data memorabile.
František Křižík attorno al 1902, all'età di 55 anni, quando aveva già realizzato il servizio di trasporto pubblico con tram a Pilsen/Plzeň

In onore di questo pioniere del trasporto su rotaia è stato eretto a Pilsen/Plzeň un monumento, nel parco di Křižíkovy sady. Ma pochi passanti lo osservano. Chi conosce oggi questo figlio di un sarto di Plánice, diventato un celebre imprenditore e inventore, celebrato dai suoi contemporanei come l'"Edison ceco"?

Io mi interesso a lui. O meglio: mi interesso a tram e filobus. Detto ancora meglio: a linee aeree. I miei amici e conoscenti mi prendono in giro per questa mia passione. Ho cercato a lungo per trovare un testo che accompagnasse le foto su questo tema. Eccolo qui. Un inno di lode per il deposito avanguardistico dei bus, per František Křižík realizzatore del servizio di tram e per il dinamico DEPO2015. Mi danno la possibilità di mostrare finalmente alcune delle mie fotografie delle linee aeree di Pilsen/Plzeň. Io le trovo irresistibili. Le linee, non le mie foto.

E con questo cielo grigio mi congedo temporaneamente, di umore grigio, da Pilsen/Plzeň e dai miei lettori.

Ma tra un mese ritornerò. A  Pilsen/Plzeň e nel mio blog. Na shledanou!

 

giovedì 7 maggio 2015

Tre italiane a Pilsen/Plzeň


 
Autoritratto dell'autrice-fotografa in una scultura-installazione di Benedikt Tolar

Dalla Basilicata alla Boemia

Tre italiane in… no, non in Algeri (anche se il loro sogno nel cassetto sarebbe portare la loro performance in tutti i paesi del Mediterraneo). Intanto però si sono fermate, per tre settimane, a Pilsen/Plzeň, ambasciatrici di arte e teatro italiano. Tutte e tre vengono dalla Basilicata: Nadia Casamassima, attrice, e Stefania Clemente, responsabile delle comunicazioni, da Matera, Angela Calia, danzatrice, da Altamura.

Stefania Clemente, Nadia Casamassima e Angela Calia (da sinistra)
  
In questi giorni tengono un workshop di teatro-danza sul tema della disobbedienza, ma hanno anche fermato le persone per strade per intervistarle, per far loro delle domande, sempre sulla disobbedienza – intesa però non come ribellione. Domenica prossima terranno una performance sulla stessa tematica, durante la quale anche le persone del pubblico saranno stimolate a partecipare. Presenteranno „Il decalogo della disobbedienza“, la cui prima regola è quella di non aver paura.

Si trovano bene qui a Pilsen/Plzeň, sono state accolte con gentilezza e simpatia. „Ma quanto silenzio c’è qui“, si meravigliano. Infatti, loro sono creature del Sud, dove si è circondati da più rumore e dove la gente non ha paura di dire il proprio nome ad alta voce. Come succedeva invece qui, durante il loro workshop. Chissà cosa accadrà quando, durante la "disobbedienza amorosa", abbraccieranno e bacieranno le persone presenti?

Parlano della grande riservatezza che hanno riscontrato tra gli abitanti del luogo – riservatezza che da una parte ammirano, dall’altra deplorano. Neppure un uomo ceco che abbia cercato di avvicinarle, di fare una chiacchierata...

Così hanno diviso il loro soggiorno boemo tra zuppe („ma quante zuppe buone!“) e lo stage di teatro-danza. Che si è svolto in un luogo straordinario, realizzato in un tempo straordinariamente breve: dal settembre dell’anno scorso, un triste e desolato deposito di autobus è stato trasformato in uno spazio d’arte innovatore. Solo per la creazione di questo grandioso luogo espositivo DEPO2015 (sul quale tornerò un altro giorno) Pilsen/Plzeň si merita il titolo di capitale europeo della cultura. 
Un triste deposito di autobus trasformato in spazio espositivo
Sculture in metallo di Čestmír Suška