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venerdì 29 maggio 2015

La città come luogo di mostre

Budelíp – Migliorerà
Durante il vernissage della mostra, su una panchina nei giardini della Náměstí Emila Škody, la Piazza Emil Škoda a Pilsen/Plzeň, stavano seduti due senzatetto. Chissà se si sentivano presi in giro dai mini-container per le immondizie, tinteggiati in un bell'azzurro e dotati da un piccolò oblò? O forse comprendevano l'ironia critica e amara che gli studenti di design rivolgevano al sistema sociale ceco? Non sono tanto sicura se il movimento attorno a loro li interessasse. Per loro era più importante poter bere qualche cosa al buffet senza che nessuno li cacciasse o li discriminasse. Ma i presenti erano abbastanza intelligenti e toleranti per non farli sentire degli emarginati.

La mostra dall'eloquente titolo Budelíp ("Migliorerà") fa parte di un progetto, ideato dall'architetto ceco Rostislav Koryčánek, durante il quale alcune piazze e luoghi pubblici cittadini verranno dotati di opere d'arte per trasformarli sotto il punto di vista qualitativo e dar loro un'impronta più umana. Qui sulla Piazza Emil Škoda – che, da quando la fabbrica della Škoda ha registrata una forte crisi, ha perso la sua funzione di punto di arrivo e di partenza quotidiano di migliaia di operai  – ha avuto luogo il terzo dei sette eventi del progetto. Jiří Beránek, Benedikt Tolar e gli studenti della facoltà di arte e design dell'Università di Pilsen/Plzeň hanno trattato il tema dei senzatetto – un problema che in Repubblica Ceca attende una soluzione da parte dello Stato.

Bambini giocano in un mini-rifugio per senzatetto
Non ci sono rifugi per i senzatetto? Allora glieli costruiamo noi, si sono detto gli studenti.  Con quei mini-container da abitare, sconcertanti e dalla critica feroce, volevano dare lo spunto per una riflessione sull'emarginazione sociale dei senzatetto (e non solo di loro) e – come recita il folder della mostra  – "l'instabile soglia tra la certezza del proprio abitare e la non-certezza del vivere in strada".

Campane in ceramica, sullo sfondo le fabbriche Škoda

Il sottopassaggio dalla piazza alle fabbriche Škoda

Dipinti e graffiti nel sottopassaggio
 
La mostra "Migliorerà" comprende anche una composizione di piccole campane in ceramica, dei corpi nudi e deformi di donna dipinti sulle pareti del sottopassaggio pedonale alquanto sporco e malandato e alcune file di patate che avrebbero dovuto fiorire al momento dell'inaugurazione. Ma non era così. Forse che i Cechi, dopo decenni di economia collettiva durante l'era socialista, non si sono ancora aggiornati nel campo dell'agricoltura?

La mostra mi è piaciuta molto. Tra un mese verrà presentato il prossimo evento. Lo attendo con grande interesse perché si svolgerà sotto il ponte del Millennium lungo la Radbuza. Che è il mio fiume preferito qui a Pilsen/Plzeň.
 

Qui di seguito, in aggiunta alle foto di sopra, ancora alcune immagini dei muri perimetrali delle fabbriche Škoda.




giovedì 7 maggio 2015

Tre italiane a Pilsen/Plzeň


 
Autoritratto dell'autrice-fotografa in una scultura-installazione di Benedikt Tolar

Dalla Basilicata alla Boemia

Tre italiane in… no, non in Algeri (anche se il loro sogno nel cassetto sarebbe portare la loro performance in tutti i paesi del Mediterraneo). Intanto però si sono fermate, per tre settimane, a Pilsen/Plzeň, ambasciatrici di arte e teatro italiano. Tutte e tre vengono dalla Basilicata: Nadia Casamassima, attrice, e Stefania Clemente, responsabile delle comunicazioni, da Matera, Angela Calia, danzatrice, da Altamura.

Stefania Clemente, Nadia Casamassima e Angela Calia (da sinistra)
  
In questi giorni tengono un workshop di teatro-danza sul tema della disobbedienza, ma hanno anche fermato le persone per strade per intervistarle, per far loro delle domande, sempre sulla disobbedienza – intesa però non come ribellione. Domenica prossima terranno una performance sulla stessa tematica, durante la quale anche le persone del pubblico saranno stimolate a partecipare. Presenteranno „Il decalogo della disobbedienza“, la cui prima regola è quella di non aver paura.

Si trovano bene qui a Pilsen/Plzeň, sono state accolte con gentilezza e simpatia. „Ma quanto silenzio c’è qui“, si meravigliano. Infatti, loro sono creature del Sud, dove si è circondati da più rumore e dove la gente non ha paura di dire il proprio nome ad alta voce. Come succedeva invece qui, durante il loro workshop. Chissà cosa accadrà quando, durante la "disobbedienza amorosa", abbraccieranno e bacieranno le persone presenti?

Parlano della grande riservatezza che hanno riscontrato tra gli abitanti del luogo – riservatezza che da una parte ammirano, dall’altra deplorano. Neppure un uomo ceco che abbia cercato di avvicinarle, di fare una chiacchierata...

Così hanno diviso il loro soggiorno boemo tra zuppe („ma quante zuppe buone!“) e lo stage di teatro-danza. Che si è svolto in un luogo straordinario, realizzato in un tempo straordinariamente breve: dal settembre dell’anno scorso, un triste e desolato deposito di autobus è stato trasformato in uno spazio d’arte innovatore. Solo per la creazione di questo grandioso luogo espositivo DEPO2015 (sul quale tornerò un altro giorno) Pilsen/Plzeň si merita il titolo di capitale europeo della cultura. 
Un triste deposito di autobus trasformato in spazio espositivo
Sculture in metallo di Čestmír Suška