domenica 26 luglio 2015

Un castello non da fiaba

Storie da Mirošov
 
C'era una volta... Così iniziano molti racconti di castelli e castellani. E per la maggior parte finiscono con un happy end. Anche la storia che racconterò oggi ha, in fondo, un lieto fine. Ma a che prezzo! Dopo quante pene e preoccupazioni, sofferenze e tragedie.

Tutto inizia tranquillo e sereno. Come appunto le storielle che si narrano attorno a piccole città di provincia. Come lo è Mirošov, situata in un ameno paesaggio collinare circa 20 chilometri a sud di Pilsen/Plzeň, con una bella chiesa barocca ricca di statue.
La chiesa di San Giuseppe nella piazza principale di Mirošov

Florian Griespek von Griespach, di antica nobiltà bavarese, alto funzionario alla corte di Ferdinando I, re boemo e poi imperatore, nella prima metà del Cinquecento si fa costruire qui un elegante castello rinascimentale. Il maniero cambio più volte proprietario, i nobili della zona se lo contendono. Finché attorno al 1840 si scoprono e si sfruttano ricchi giacimenti di carbon fossile.
Il castello di Mirošov, circondato da un ampio parco, in una prospettiva insolita
Miröschau (come la località fu chiamata allora) attira l'attenzione di banchieri ed altri facoltosi che cominciano ad interessarsi alla cittadina e alle sue redditizie miniere. Tra di loro vi è anche l'imprenditore Bethel Henry Strousberg di origini ebraiche, nato come Baruch Hirsch ed entrato nella storia dell'Ottocento come "re delle ferrovie". E' tanto ricco da poter comprare addirittura due castelli nella zona di Pilsen/Plzeň: oltre a Mirošov anche il vicino castello di Zbiroh (di cui ho già raccontato: vi visse per 18 anni il pittore e grafico ceco Alfons Mucha). Però non ha né tempo né agio per godersi la vita da castellano. Investimenti troppo audaci e consiglieri infedeli lo mandano in rovina, facendogli perdere tutti i suoi possedimenti.
Nei decenni che seguono il grazioso castello conta nuovi proprietari: Josef Maendl, ebreo, che durante il "protettorato" riesce a scappare in tempo dalla Boemia, e il ministro ceco Ladislav Karel Feierabend. Ma anche lui, come appartenente al movimento di resistenza anti-tedesca, deve lasciare la Boemia. Dopo il suo ritorno, alla fine della guerra, dall'esilio londinese va di nuovo ad abitare nel castello di Mirošov. Per poco tempo, però. Nel 1948, con la moglie (che era sopravvissuta al campo di concentramento di Ravensbrück) e i due figli, deve scappare di nuovo all'estero, questa volta davanti ai comunisti.

Finita l'era comunista, alla famiglia Feierabend viene restituito nuovamente il castello di Mirošov: alla morte del padre passa ai figli Hana ed Ivo e ai nipoti che da anni lo stanno restaurando con cura e passione.

Due atlanti al portale del castello di Mirošov
 
Questa è la storia a lieto fine. Ma prima di questo happy end, Mirošov visse anche un capitolo tragico e funesto. Alla fine della guerra, molti soldati tedeschi, anche appartenenti alle SS, cercarono, disarmati, di raggiungere i reparti americani. Ma a Mirošov furono intercettati e fermati, umiliati, torturati, uccisi e gettati in una fossa comune nel parco del castello. Si parla di centinaia di vittime. Capo di questa banda violenta di partigiani, che commise i misfatti, fu un certo František Foukal. Avevo trovato in internet una foto di questo assassino, ma non vorrei pubblicarlo accanto alle immagini di benefattori come Nicholas Winton e Přemysl Pitter che hanno salvato centinaia di bambini e ragazzi ebrei, tedeschi e cechi.

La fossa comune si trovava nella parte curata del parco del castello ...
... oppure in quella trascurata?

Con il castello di Mirošov tocchiamo alcuni capitoli della storia boemo-ceca: dal re/imperatore Ferdinando I alla restituzione di beni culturali, sequestrati dopo la guerra, dallo Stato agli antichi proprietari. Tuttavia questa parte della storia senza lieto fine mi rende questa residenza tetra e macabra, nonostante la sua bellezza rinascimentale e nonostante i matrimoni che oggi vi si celebrano.

Sul camino dell'ex birreria a Mirošov nidificano alcune cicogne (non ben visibili sulla foto).

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