giovedì 7 maggio 2015

70° Liberation Festival


 

Americani, veri o falsi, sfilano per le strade di Pilsen/Plzeň


Sei giornate di emozioni ceco-americane

Ora sono finite, le feste e solennità e commemorazioni per il 70° anniversario della liberazione di Pilsen/Plzeň da parte degli Americani – liberazione (naturalmente) dai Tedeschi. Per sei giorni gli Americani, che si esibivano con parate, accampamenti militari e megaconcerti, sembrano aver conquistato nuovamente la città. La bandiera americana, ceca e belga (anche Belgi avevano partecipato alla liberazione) sulla facciata del municipio, bandierine stars-and-stripes e bianco-blu-rosse – i colori della Repubblica Ceca – nelle mani di bambini e adulti. I negozi che vendono abbigliamenti militari devono aver fatto affari d'oro prima dell'inizio del festival. Molti Cechi si erano vestiti con pantaloni militari, giacchi militari e berretti militari, molti partecipanti ai cortei e alle sfilate vestivano divise americane finte. Dunque tutto travestimento, simulazione, rievocazione storica? Sarebbe troppo semplice e limitante voler considerare i sei giorni di festa per la liberazione di Pilsen/Plzeňsolo spettacolo, considerare la città puro palcoscenico. Se fosse così certamente non sarebbero arrivate le oltre centomila persone: per visitare il festival e per ascoltare Helen Patton, la nipote del genereale americano George Smih Patton, liberatore di Pilsen/Plzeň, nei discorsi ufficialer e coma bravissima cantante.

Helen Patton, la nipote del generale George S. Patton, in visita alla città

Simpatia e curiosità suscitarono, anche da parte dei giovani, alcuni veterani americani e belgi che avevano partecipato alla liberazione di Pilsen/Plzeň, vecchi signori gentili e commoventi, reminiscenze di trtagedie del passato. Questi novantenni, chissà cosa avranno visto e vissuto qui a Pilsen/Plzeň nel maggio del 1945, cosa ricorderanno? Chissà quante volte avranno dovuto raccontare, instancabilmente, la loro storia?

Su maxischermi scorrono riprese documentarie del maggio 1945

Oltre agli Americani, veri o falsi che fossero, in questi sei giorni si potevano incontrare anche molti Polacchi in città. In piccoli gruppi, sventolanti la bandiera della Brigata della Santa Croce. Dicevano che sperano di trovare, l'anno prossimo, anche la bandiera polacca sulla facciata del municipio. Perché anche dei Polacchi hanno collaborato alla liberazione di Pilsen/Plzeň dai Tedeschi – un fatto che molti ignorano (o vogliono ignorare). La Brygada świętokrzyska, la tanto venerata quanto contestata "Brigata della Santa Croce" composta da circa 1200 uomini, passando attraverso la Cecoslovacchia, era riuscita a congiungersi con gli Americani che stavano arrivando da ovest. Ed i Polacchi vanno particolarmente orgogliosi del fatto che il 5 maggio 1945 erano riusciti a liberare il campo di concentramento di Holýšov a sud-ovest di Pilsen/Plzeň.

Polacchi con la bandiera della Brigata della Santa Croce
Ora che gli Americani sono partiti Pilsen/Plzeň è tornata alla sua normale vita quotidiana. Ma per pochi giorni. C'è infatti un'altra festa imminente: l'8 maggio, a ricordo della fine della Seconda Guerra Mondiale. Molti abitanti di Pilsen/Plzeň (come di tutta la Repubblica Ceca) la passeranno in campagna. Forse in una chalupa da qualche parte nella regione di confine una volta abitata dai "Tedeschi dei Sudeti" dove molti Cechi hanno comprato, per allora pochi soldi, le case "liberate" nel 1945 dai Tedeschi cacciati oltre confine, trasformandoli in case per le ferie. Alcuni conoscono la storia dell'espulsione dei Tedeschi, ma molti ignorano questi fatti storici chiamati odsun in lingua ceca. E' un tabù che sarà elaborato solo tra alcuni anni, forse decenni.




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