lunedì 18 maggio 2015

La Notte della Letteratura

Un tema ricorrente: l'esodo
Per la Noc literatury, la "Notte della Letteratura", la capitale europea della cultura Pilsen/Plzeň aveva organizzato in vari e significativi luoghi della città alcune maratone di lettura. Scrittori prevenienti da vari paesi europei – dalla Norvegia al Portogallo e dalla Spagna all'Austria – leggevano dalle loro opere. La mia casa fu, per alcune ore, il Meeting Point nella piazza centrale, a pochi passi dalla cattedrale.
 
"Quando vevo quasi due anni, uno dei miei zii, sacerdote tedesco in Boemia, fu condannato dai nazisti a tre anni e mezzo di carcere duro per aver ascoltato la radio 'nemica'", inizio a leggera un brano, tratto dal mio libro "Boemia andata e ritorno"*. Io leggo in tedesco, il pubblico segue la traduzione ceca stampata su un foglio di carte. "Un mese prima, subito dopo la fine della guerra, avevamo già dovuto lasciare la scuola dove abitavamo... Tempo 24 ore per andare a vivere in una casa vicina... E la maggior parte delle nostre cose era già rimasta indietro allora. Pentole, padelle, cucchiai, coltelli, forchette... i miei abiti estivi ricamati a mano e i miei pullover invernali lavorati a maglia... la macchina da cucire nel soggiorno e la legna in cantina... E rimasero indietro i morti. "

La mia famiglia nel 1942 a Radowenz/Radvanice: i miei genitori, i miei due fratelli, mia sorella ed io (davanti al centro)
Raccontavo poi – con l'aiuto di Tereza Svášková, la sempre precisa moderatrice e, all'occorenza, traduttrice in e dal ceco – di una camminata che avevo fatto due anni fa sul tragitto della nostra espulsione nel giugno del 1945. "Per me questo viaggio nel passato, questo toccare con mani e piedi strade e sentieri sui quali fummo espulsi come 'indesiderati', rappresenta un ritorno in Boemia. Che è la mia patria. Nonostante tutto."
 
Arrivarono domande, lentamente, domande riservate e delicate, ci furono emozioni, abbracci, lacrime. Persone che, forse, venivano confrontate per la prima volta con la perdita della patria e l'eterno essere senza patria. La maggior parte dei presenti comunque sapeva – fatto ancora oggi non ovvio in Repubblica Ceca – dell'odsun, dell'espulsione dei Tedeschi dei Sudeti da territori abitati da secoli. E tutti ammisero: questo tema è rimasto per anni, per decenni un tabù, ne era stata data una versione storica semplificata (come reazione "logica" e quindi giustificabile dei Cechi alle nefandezze commesse dai Tedeschi) e solo da alcuni anni le ultime generazioni cercano di occuparsi di questa tematica, di saperne di più.

Lukáš Houdek,  „La marcia della morte di Brno“, dal progetto "L'arte di uccidere" (2012). Il fotografo ceco, nato nel 1982 in Boamia occidentale, vi ricostruisce con bambole barbie degli avvenimenti tragici avvenuti durante l'espulsione dei Tedeschi dalla Boemia..
Anche nelle ore della "Notte della Letteratura" ho sentito ciò che, durante il mio soggiorno qui a Pilsen/Plzeň, mi diventa sempre più evidente: considero fratelli e sorelle tutti i Cechi. Come lo fu 100, 150 anni fa, quando non solo nei territori di confine abitati dai Tedeschi, ma in tutta la Boemia vivevano e si frequentavano non persone etichettate come "Cechi" e come "Tedeschi", ma semplicemente dei vicini. Che si capivano oltre la lingua.


* Wolftraud de Concini, Boemia andata e ritorno, Pergine Valsugana: Publistampa 2013

2 commenti:

matteo ha detto...

ogni volta che quel libro si apre le emozioni sgorgano... hai saputo portare qui da noi la potenza di quel dramma... hai saputo evocarlo con cruda semplicità... la gente è sempre rimasta coinvolta e sospesa nel tempo durante le presentazioni. non riesco neppure ad immaginare con quale intensità questi racconti possano essere recepiti da chi li ha vissuti sulla propria pelle o su quella di familiari... continua così! risvegliare la memoria è un compito arduo... può far male ma serve per crescere e migliorarci... sta solo a noi sapere ascoltare gli insegnamenti!

Wolftraud de Concini ha detto...

Grazie, Matteo. Però lo sai che anche tu hai contribuito tanto alla realizzazione di questo mio libro.

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