giovedì 7 maggio 2015

Tre italiane a Pilsen/Plzeň


 
Autoritratto dell'autrice-fotografa in una scultura-installazione di Benedikt Tolar

Dalla Basilicata alla Boemia

Tre italiane in… no, non in Algeri (anche se il loro sogno nel cassetto sarebbe portare la loro performance in tutti i paesi del Mediterraneo). Intanto però si sono fermate, per tre settimane, a Pilsen/Plzeň, ambasciatrici di arte e teatro italiano. Tutte e tre vengono dalla Basilicata: Nadia Casamassima, attrice, e Stefania Clemente, responsabile delle comunicazioni, da Matera, Angela Calia, danzatrice, da Altamura.

Stefania Clemente, Nadia Casamassima e Angela Calia (da sinistra)
  
In questi giorni tengono un workshop di teatro-danza sul tema della disobbedienza, ma hanno anche fermato le persone per strade per intervistarle, per far loro delle domande, sempre sulla disobbedienza – intesa però non come ribellione. Domenica prossima terranno una performance sulla stessa tematica, durante la quale anche le persone del pubblico saranno stimolate a partecipare. Presenteranno „Il decalogo della disobbedienza“, la cui prima regola è quella di non aver paura.

Si trovano bene qui a Pilsen/Plzeň, sono state accolte con gentilezza e simpatia. „Ma quanto silenzio c’è qui“, si meravigliano. Infatti, loro sono creature del Sud, dove si è circondati da più rumore e dove la gente non ha paura di dire il proprio nome ad alta voce. Come succedeva invece qui, durante il loro workshop. Chissà cosa accadrà quando, durante la "disobbedienza amorosa", abbraccieranno e bacieranno le persone presenti?

Parlano della grande riservatezza che hanno riscontrato tra gli abitanti del luogo – riservatezza che da una parte ammirano, dall’altra deplorano. Neppure un uomo ceco che abbia cercato di avvicinarle, di fare una chiacchierata...

Così hanno diviso il loro soggiorno boemo tra zuppe („ma quante zuppe buone!“) e lo stage di teatro-danza. Che si è svolto in un luogo straordinario, realizzato in un tempo straordinariamente breve: dal settembre dell’anno scorso, un triste e desolato deposito di autobus è stato trasformato in uno spazio d’arte innovatore. Solo per la creazione di questo grandioso luogo espositivo DEPO2015 (sul quale tornerò un altro giorno) Pilsen/Plzeň si merita il titolo di capitale europeo della cultura. 
Un triste deposito di autobus trasformato in spazio espositivo
Sculture in metallo di Čestmír Suška

3 commenti:

Manuela ha detto...

Matera sarà capitale europea della cultura 2019 e quindi questo incontro potrà essere preludio di scambio! Il rumore e il silenzio potrebbe essere buon medium.
La trasformazione di luoghi, siti, strutture abbandonate fa il paio con la necessità del riuso degli oggetti: non una resa alla crisi, ma il vantaggio della creatività, l'elogio della parsimonia, il rispetto.

Wolftraud de Concini ha detto...

Accidenti, Manuela, dovresti scrivere tu questi post... Hai più facilità con la lingua e più vena poetica! Grazie.

Manuela ha detto...

Io sono una lettrice compulsiva, non una scrittrice! Grazie per i tuoi racconti. Mi è venuta voglia di ripercorrere il tuo soggiorno e le tue strade. Lascia questi preziosi sassolini di parole

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